Referendum popolare

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Dott.MorenoZolghetti

2011-06-07 11:37

Quanti di voi ne hanno diritto, vadano a votare domenica o lunedì. Si tratta di questioni che riguardano tutti, indipendentemente dall'idea politica. Giusto per non far intendere che in questo Paese il popolo sia indifferente al suo destino. Non aggiungo altro, salvo questo:

"Qui tutto cambia e s'espande

com'è pura l'aria,

radiosa la luce del giorno

immenso il lontano orizzonte

libertà, ridiscendi dai cieli

che ricominci il tuo regno

libertà libertà."

Gioacchino Rossini da "Guglielmo Tell"

I seguenti utenti ringraziano Dott.MorenoZolghetti per questo messaggio: Max Fritz, AgNO3

Chimico

2011-06-07 11:40

la cosa che mi fa incazzare è che esiste il Quorum...è ridicolo...se eliminassero il quorum sarebbe un reale referendum...

quimico

2011-06-07 11:50

il grande problema. il quorum. raggiungerlo è impresa ardua... speriamo bene. io sono stanco di vivere in un paese come il nostro *Si guarda intorno*

**R@dIo@TtIvO**

2011-06-07 11:54

io non posso peccato.. :-( ma chi può per favore usi la testa

Beefcotto87

2011-06-07 11:57

Andrò di certo!

quimico

2011-06-07 12:04

è ovvio che andrò pure io... sicuramente il 12 giugno...

NaClO3

2011-06-07 15:22

il fatto è che c'è gente che pubblicizza l'astenersi da voto, ma come siamo messi??

un paese tra i più ricchi di cultura e anche grandi menti ridotto così per la malerrima organizzazione!

marco the chemistry

2011-06-07 15:41

Io ci vado la domenica sicuramente!

quimico

2011-06-07 15:58

sia al TG1 che al TG2 hanno detto, paraculandosi poi, che il referendum sarà il 13 e il 14 giugno invece del 12 e 13 giugno... che merde

arkypita

2011-06-07 19:10

Ma il problema è: voto sì o voto no?

Mentre su nucleare e legittimo impedimento non ho dubbi, sui quesiti riguardanti l'acqua ho più di qualche dubbio.

Sono in dubbio perché il fronte del sì ha messo in atto una campagna fatta di disinformazione e basata sullo spauracchio dell' "acqua privata in mano alle multinazionali", e non è proprio così.

Se non capite di cosa parlo vi invito a cercare e leggere le norme delle quali si chiede l'abrogazione, e a cercare su google "referendum acqua si" e referendum acqua no" e a pensare uno scenario che vede la GESTIONE della rete idrica tornare in mano ai comuni, che già non hanno un soldo per rifare le buche delle strade, figuriamoci quelli degli acquedotti.

Franc

2011-06-08 00:48

arkypita ha scritto:

Mentre su nucleare e legittimo impedimento non ho dubbi, sui quesiti riguardanti l'acqua ho più di qualche dubbio.

Acqua: un affare da monopolista.

L'acqua non la produce nessuno, esiste il SERVIZIO DI FORNITURA.

Si vuole affidare la gestione di questo servizio ad una società per azioni della quale lo Stato diventa socio assieme al privato, con quest'ultimo dotato di pieno potere decisionale sulle tariffe.

Saprai, immagino, qual è lo scopo di una società per azioni: rendere ricchi i propri azionisti tramite dei dividendi periodici. Ora, se l'azionista privato fossi tu, come ti comporteresti nel gestire il servizio, constatato che:

--- il consumo di questo bene è obbligatorio per necessità fisiologica;

--- non esiste alcuna concorrenza, perchè il servizio è unico ed avviene tramite degli impianti STATALI, per altro realizzati e pagati dalla collettività tramite le tasse sia attuali che passate;

--- un maggior costo dell'acqua, giustificato o no, conviene sempre ai soci.

Allora, se il privato non è un coglione, e sicuramente non lo è: stima i costi della gestione e ci carica sopra il proprio utile, facendo in tal modo sempre contento il proprio socio-datore di lavoro perchè la società andrà sempre in attivo, però a scapito di chi paga, cioè il cittadino.

E' il sogno di ogni truffatore riuscire a vendere un bene non proprio, di cui nessuno può fare a meno, usando mezzi non propri, senza subire mai alcuna concorrenza.

Nel ringraziare la nostra trasparentissima ed eccelsa classe politica per la brillante idea, vi saluto.

I seguenti utenti ringraziano Franc per questo messaggio: al-ham-bic, quimico, Max Fritz, **R@dIo@TtIvO**

arkypita

2011-06-08 09:49

Grazie Franc per la risposta.

Nelle tue considerazioni mi sembra che parti bene ma finisci male.

Parti specificando che

L'acqua non la produce nessuno, esiste il SERVIZIO DI FORNITURA.

e questo è vero.

Poi però però elenchi una serie di tesi che terminano con

E' il sogno di ogni truffatore riuscire a vendere un bene non proprio, di cui nessuno può fare a meno, usando mezzi non propri, senza subire mai alcuna concorrenza.

Allora, se è chiaro che quello che viene venduto è il servizio di fornitura, e non l'acqua, è anche chiaro che non si vende un bene, ma un servizio. Quindi occhio alle parole.

Il servizio ha un costo, qualcuno lo deve pur pagare. La nostra rete idrica è uno schifo, i comuni non hanno i soldi per tappare le buche nelle strade, da dove pensi possano tirare fuori quelli per tappare i buchi negli acquedotti?

Ti disegno i due scenari:

Scenario A - gestione privatizzata

Una azienda ha in gestione il servizio idrico (solitamente una azienda che fornisce anche altri servizi). Essa ha la massa critica per poter far fronte ai costi di gestione del servizio idrico. Ovviamente essa vuole anche trarne un profitto, non si accontenta di andare in pareggio. Ecco che lo stato permette, tramite un ricarico sulla bolletta di un massimo del 7%, di capitalizzare un guadagno. Questo ricarico però deve essere giustificato da un investimento fatto (p.e. un nuovo depuratore) e non ha l'obbligo di essere re-investito. Attenzione quindi: il privato non può scegliere liberamente quanto far pagare l'acqua (anzi, il servizio idrico).

Scenario B - gestione pubblica

La rete idrica (fognature, acquedotti, depuratori etc) tornano in gestione al comune, il quale deve garantirne l' efficienza sobbarcandosi i costi di gestione. E comunque non è che se c'è un guasto ci va l'operaio del comune a sistemarlo... ogni volta il comune deve fare una gara d'appalto e far fare il lavoro a qualcuno. Idem se c'è bisogno di un nuovo depuratore.

Quindi, non essendoci soldi: niente depuratori, ritardi nella gestione dei guasti, aumenti delle tasse etc etc etc...

Senza contare i rischi di infiltrazioni mafiose e clientelistiche in questi lavori di manutenzione.

Vedi tu quale scenario preferisci.

Io so che dove vivo io, Bergamo, l'acqua prima del 2009 era gestita bene. Adesso che è in mano alla A2A (società per azioni quotata in borsa che gestisce anche molti altri servizi) è gestita ancora bene, e non ci sono stati rincari, nonostante l'azienda dichiari l'acqua è un settore a bassissima redditività del capitale investito e nonostante l’efficienza di gestione si fatica a trovare fonti di investimento.

Sicuramente in altre parti di Italia le cose non vanno così bene. Ma cosa fa pensare che il "pubblico" possa farle andare meglio del "privato"? (o viceversa ovviamente). L'unica differenza è che se il privato non fa bene il suo lavoro glie lo puoi togliere, al pubblico invece?

Inoltre fai un errore anche quando dici: "Si vuole affidare la gestione". L'errore è nel tempo verbale, perché la gestione è già stata affidata (essendo un referendum abrogativo di una legge che esiste dal 2009 e ha già avuto i suoi effetti). Quindi abrogarla produce un bel macello!

Boh... io non so bene cosa votare! Se penso alla mia città preferisco il privato, almeno è una grana in meno per i comuni.

Franc

2011-06-08 17:31

L'argomento è ricco di spunti e servirebbero centinaia di righe per commentarli tutti. Per non dilungarmi, ti dico solo questo.

Oggi lo Stato detiene ancora la maggioranza delle azioni delle società di gestione ma il decreto Ronchi del 2009 impone che la quota azionaria statale massima scenda al 40% entro il 2013 ed al 30% entro il 2015. Ciò significa che il privato diventerà (tramite contratti decennali) PROPRIETARIO del 70% di ciò che non è mai stato suo. L'acqua che lo Stato eroga è dei cittadini, invece i nostri politici la consegnano nelle mani di società predeterminate inventando per loro un MONOPOLIO PRIVATO.

Privatizzando il servizio di un bene indispensabile, di fatto, si privatizza il bene. E' inutile nascondersi dietro le parole.

Visto che questo tipo di contratto ti sembra così conveniente, perchè io e te non ne facciamo uno uguale?

Fondiamo una società, io al 70% e te al 30%. Tu mi affidi in gestione la condotta idrica di casa tua ed io ti assicuro che non avrai più un rubinetto che sgocciola e che la pompa della riserva idrica sarà sempre in ordine, nel caso servisse. Il contratto prevede che:

--- andranno a mio carico tutte le spese di manutenzione, fatta salva la possibilità di scaricare sulla bolletta dei piccoli rialzi periodici, diciamo pari al 7% dell'ultima bolletta, per recuperare i lavori degli idraulici e dei muratori che eventualmente chiameremo di comune accordo;

--- tu intascherai il 30% dei nostri utili perchè sei socio, ma sarai il solo a pagare le bollette perchè sei anche il solo utente finale.

Ti rendi conto di cosa accade? Che lo Stato (o meglio questa mondezza di politici) si ritagliano la parte del socio al 30% scegliendo, secondo i loro usuali e trasparenti accordi, l'altro partner e facendo diventare i cittadini (veri proprietari del bene) semplicemente degli utilizzatori finali. Al socio di maggioranza rimane "soltanto" quella briciola che è il 70% degli UTILI derivanti dall' "indispensabile servizio concesso", più eventualmente un "sentito ringraziamento" per averci salvato dal fallimento visto che "quello dell'acqua è un settore a bassissima redditività".

Detto questo, può darsi che il lavoro di un privato possa migliorare il servizio idrico, ma la presenza di un terzo soggetto non può che elevare i costi rispetto ad una gestione semplicemente più oculata della cosa pubblica.

PS

Penso che del nostro accordo non se ne faccia niente, perchè son sicuro converrai che per quanto un esterno possa essere bravo nel "gestire" le cose, è sempre meglio farsele da sé quando si è capaci (strano come nel pubblico si ammassino tutti gli idioti, mentre nel privato siano tutti dei geni al servizio della collettività... e quasi gratis! Chissà da cosa dipende e perchè non avviene il contrario.).

I seguenti utenti ringraziano Franc per questo messaggio: arkypita

arkypita

2011-06-08 18:25

Il sistema pubblico è quello che ci ha lasciato degli acquedotti che fanno acqua da tutte le parti (Il tasso medio di H2O perduta e rubata è del 30% sul totale). Cito a tal proposito questo articolo del sole 24 ore del 2009, quindi non interessato da manipolazioni referendarie.

Questo è un dato su cui tutti sono concordi.

Il motivo è semplice: per anni il sistema pubblico si è fregato (o ha destinato ad altro) i soldi che doveva destinare alla manutenzione, ordinaria e straordinaria, della rete idrica.

Un altro motivo è che sono poche le amministrazioni disponibili a fare investimenti che vanno al di la di quelli di manutenzione, perché per farli devono sostenere una spesa. Per sostenere una spesa devono quindi richiedere una tassazione maggiore al cittadino, e nessuno è disposto a votare chi ti chiede tasse più alte.

Marzio

2011-06-08 20:03

Io ci andrò sicuramente.

Franc

2011-06-08 21:58

I dati che citi Arkypita sono assolutamente condivisi, però...

Votare SI' ai due quesiti referendari sull'acqua non significa giustificare le eventuali cattive gestioni della pubblica amministrazione, nè significa mantenere tal quale questo stato di cose.

Votare SI' serve a ricordare che lo Stato deve fare lo Stato, non l'affarista assieme alla prima cricca di pregiudicati che passa. Il SI' serve ad evitare che i soliti carrozzoni-cassonetti-lavandini di politici REGALINO ai loro "amichetti" un bene che non gli appartiene. E' il cittadino che deve mantenere il controllo sui beni essenziali cui ha diritto e deve farlo tramite i propri rappresentanti. Le società per azioni rappresentano solo sé stesse.

Uno Stato che cede ad altri la gestione di una risorsa ESSENZIALE (come scuola, acqua, ospedali) non è uno Stato, ma solamente un'assemblea di inetti che, dichiarata palesemente la propria incompetenza, arricchisce i soliti faccendieri ben introdotti nel palazzo assoggettando tutti gli altri al pagamento di un pizzo vergognoso.

I soldi per l'acqua non ci sono? Gli investimenti per l'acqua non ci sono? Ai Comuni pesa gestire l'acqua?

Strano, eppure siamo quel Paese che inizierebbe già da domani a costruire una centrale atomica in ogni regione; per non parlare del ponte sullo stretto di Messina... della TAV... delle decennali "missioni di pace"... che ha i politici più numerosi e più pagati del Mondo... dei "rimborsi elettorali" stellari... ed altra robetta simile che naturalmente non costa nulla...

Votare NO ai due quesiti sull'acqua, significa accettare il fatto che lo Stato italiano (attraverso i suoi rappresentanti) perda il proprio controllo su questa risorsa. E come ho già detto prima, ciò E' GIA' LEGGE DAL 2009 e non propaganda, quindi chi non vuole che tale legge sia abrogata, voti NO.

rock.angel

2011-06-08 22:08

C'è un problema... I mass media parlano di referendum sulla gestione dell'acqua quando in realtà il referendum è sulla gestione dei servizi pubblici (gas, luce, spazzatura, trasporti...)... Ci vorrebbe un po' di informazione corretta verso i cittadini.. Io sono andata a leggere gli articoli su cui si vota e sono rimasta sbigottita quando ho scoperto questa cosa...

Beefcotto87

2011-06-09 06:23

Se per quello, ora gira anche la voce che non ci sia più da votare SI al nucleare, ma che sia stato cambiato e per dire NO ci sia da votare NO...

arkypita

2011-06-09 07:29

Beefcotto87 ha scritto:

Se per quello, ora gira anche la voce che non ci sia più da votare SI al nucleare, ma che sia stato cambiato e per dire NO ci sia da votare NO...

Ma questa è una palla bella e buona perché il referendum andrà ad abrogare le legge originale e le successive modifiche. Almeno così mi pare di aver capito.

Franc

2011-06-09 09:04

Votando SI', si abroga la legge esistente.

Votando NO, si mantiene tutto come è.

@ rock.angel

I primi due quesiti riguardano esclusivamente l'acqua.

Il 1°quesito propone di abrogare la legge n°133 del 2008 e tutte le sue successive variazioni, riguardante in sostanza l'affidamento DEFINITIVO delle gestioni di servizio a società di capitali, anche quelle quotate in Borsa (non so se avete presente cosa vuol dire: l'acqua sarà praticamente trattata come la benzina) anche internazionali.

Il 2°quesito riguarda l'articolo 154 della legge n°152 del 2006 (comma 1) che vuole assegnare al gestore la possibilità di incrementare fino al 7% la bolletta, per fare UTILE rispetto al capitale investito secondo i criteri esclusivi del gestore.

Votando SI', il servizio idrico sarà controllato dallo Stato, il quale potrà mantenere delle quote di maggioranza nelle eventuali società di gestione.

Votando NO, entro il 2015 lo Stato non potrà più detenere una quota superiore al 30% e sarà OBBLIGATO a cedere la rimanente quota di maggioranza a qualche società privata, anche quotata in borsa.

@ Beefcotto87

Votando SI', in Italia non sarà possibile costruire centrali nucleari per la produzione di energia elettrica.

Votando NO, si procederà alla costruzione delle centrali nucleari, secondo i programmi del Governo.

Beefcotto87

2011-06-09 10:31

Bhe, ripeto che non è mia intenzione confondere le idee, ma questo si legge di tanto in tanto per la rete e lo si sente nei dibattiti: da quel poco che ho capito c'è stata una modifica alla legge stessa sul nucleare e cose del genere, la cui abrogazione spronerebbe la costruzione di centrali nucleari e al tempo stesso ci sarebbe l'impossibilità di attuare un piano energetico... Io so che molta gente usa la menzogna per fregare, per cui io stesso mi fido poco, ma non vorrei che fosse un ulteriore magheggio atto a confondere...

arkypita

2011-06-09 10:38

Beefcotto87 ha scritto:

Bhe, ripeto che non è mia intenzione confondere le idee

Si capiva che nel tuo intervento stavi riportando semplicemente la notizia. Non ti accusavo di dire una palla, semplicemente avvisavo che quella voce che è stata messa in giro è una palla. Non che poi qualcuno la prendesse per vera!

Beefcotto87

2011-06-09 11:57

Perfetto, avete confermato la mia idea

rock.angel

2011-06-09 13:16

Franc ha scritto:

Votando SI', si abroga la legge esistente. Votando NO, si mantiene tutto come è. @ rock.angel I primi due quesiti riguardano esclusivamente l'acqua. Il 1°quesito propone di abrogare la legge n°133 del 2008 e tutte le sue successive variazioni, riguardante in sostanza l'affidamento DEFINITIVO delle gestioni di servizio a società di capitali, anche quelle quotate in Borsa (non so se avete presente cosa vuol dire: l'acqua sarà praticamente trattata come la benzina) anche internazionali. Il 2°quesito riguarda l'articolo 154 della legge n°152 del 2006 (comma 1) che vuole assegnare al gestore la possibilità di incrementare fino al 7% la bolletta, per fare UTILE rispetto al capitale investito secondo i criteri esclusivi del gestore.

Beh Franc, prima di parlare sabebbe meglio essere ben documentati. Un quesito è di carattere generale , uno riguarda in modo più specifico l'acqua. Si vota per abrogare l'Art. 23-bis del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 (http://www.gazzettaufficiale.biz/atti/2011/20110077/11A04206.htm) Ecco qui, dal sito della camera, il testo dell'articolo. FONTE: http://www.camera.it/parlam/leggi/08133l.htm Art. 23-bis. Servizi pubblici locali di rilevanza economica 1. Le disposizioni del presente articolo disciplinano l'affidamento e la gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, in applicazione della disciplina comunitaria e al fine di favorire la più ampia diffusione dei principi di concorrenza, di libertà di stabilimento e di libera prestazione dei servizi di tutti gli operatori economici interessati alla gestione di servizi di interesse generale in ambito locale, nonche' di garantire il diritto di tutti gli utenti alla universalità ed accessibilità dei servizi pubblici locali ed al livello essenziale delle prestazioni, ai sensi dell'articolo 117, secondo comma, lettere e) e m), della Costituzione, assicurando un adeguato livello di tutela degli utenti, secondo i principi di sussidiarietà, proporzionalità e leale cooperazione. Le disposizioni contenute nel presente articolo si applicano a tutti i servizi pubblici locali e prevalgono sulle relative discipline di settore con esse incompatibili. 2. Il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali avviene, in via ordinaria, a favore di imprenditori o di società in qualunque forma costituite individuati mediante procedure competitive ad evidenza pubblica, nel rispetto dei principi del Trattato che istituisce la Comunità europea e dei principi generali relativi ai contratti pubblici e, in particolare, dei principi di economicità, efficacia, imparzialità, trasparenza, adeguata pubblicità, non discriminazione, parità di trattamento, mutuo riconoscimento, proporzionalità. 3. In deroga alle modalità di affidamento ordinario di cui al comma 2, per situazioni che, a causa di peculiari caratteristiche economiche, sociali, ambientali e geomorfologiche del contesto territoriale di riferimento, non permettono un efficace e utile ricorso al mercato, l'affidamento può avvenire nel rispetto dei principi della disciplina comunitaria. 4. Nei casi di cui al comma 3, l'ente affidante deve dare adeguata pubblicità alla scelta, motivandola in base ad un'analisi del mercato e contestualmente trasmettere una relazione contenente gli esiti della predetta verifica all'Autorità garante della concorrenza e del mercato e alle autorità di regolazione del settore, ove costituite, per l'espressione di un parere sui profili di competenza da rendere entro sessanta giorni dalla ricezione della predetta relazione. 5. Ferma restando la proprietà pubblica delle reti, la loro gestione può essere affidata a soggetti privati. 6. E' consentito l'affidamento simultaneo con gara di una pluralità di servizi pubblici locali nei casi in cui possa essere dimostrato che tale scelta sia economicamente vantaggiosa. In questo caso la durata dell'affidamento, unica per tutti i servizi, non può essere superiore alla media calcolata sulla base della durata degli affidamenti indicata dalle discipline di settore. 7. Le regioni e gli enti locali, nell'ambito delle rispettive competenze e d'intesa con la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e successive modificazioni, possono definire, nel rispetto delle normative settoriali, i bacini di gara per i diversi servizi, in maniera da consentire lo sfruttamento delle economie di scala e di scopo e favorire una maggiore efficienza ed efficacia nell'espletamento dei servizi, nonche' l'integrazione di servizi a domanda debole nel quadro di servizi più redditizi, garantendo il raggiungimento della dimensione minima efficiente a livello di impianto per più soggetti gestori e la copertura degli obblighi di servizio universale. 8. Salvo quanto previsto dal comma 10, lettera e) le concessioni relative al servizio idrico integrato rilasciate con procedure diverse dall'evidenza pubblica cessano comunque entro e non oltre la data del 31 dicembre 2010, senza necessità di apposita deliberazione dell'ente affidante. Sono escluse dalla cessazione le concessioni affidate ai sensi del comma 3. 9. I soggetti titolari della gestione di servizi pubblici locali non affidati mediante le procedure competitive di cui al comma 2, nonche' i soggetti cui e' affidata la gestione delle reti, degli impianti e delle altre dotazioni patrimoniali degli enti locali, qualora separata dall'attività di erogazione dei servizi, non possono acquisire la gestione di servizi ulteriori ovvero in ambiti territoriali diversi, ne' svolgere servizi o attività per altri enti pubblici o privati, ne' direttamente, ne' tramite loro controllanti o altre società che siano da essi controllate o partecipate, ne' partecipando a gare. Il divieto di cui al periodo precedente non si applica alle società quotate in mercati regolamentati. I soggetti affidatari diretti di servizi pubblici locali possono comunque concorrere alla prima gara svolta per l'affidamento, mediante procedura competitiva ad evidenza pubblica, dello specifico servizio già a loro affidato. In ogni caso, entro la data del 31 dicembre 2010, per l'affidamento dei servizi si procede mediante procedura competitiva ad evidenza pubblica. 10. Il Governo, su proposta del Ministro per i rapporti con le regioni ed entro centottanta giorni alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sentita la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e successive modificazioni, nonche' le competenti Commissioni parlamentari, emana uno o più regolamenti, ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, al fine di: a) prevedere l'assoggettamento dei soggetti affidatari diretti di servizi pubblici locali al patto di stabilità interno e l'osservanza da parte delle società in house e delle società a partecipazione mista pubblica e privata di procedure ad evidenza pubblica per l'acquisto di beni e servizi e l'assunzione di personale; b) prevedere, in attuazione dei principi di proporzionalità e di adeguatezza di cui all'articolo 118 della Costituzione, che i comuni con un limitato numero di residenti possano svolgere le funzioni relative alla gestione dei servizi pubblici locali in forma associata; c) prevedere una netta distinzione tra le funzioni di regolazione e le funzioni di gestione dei servizi pubblici locali, anche attraverso la revisione della disciplina sulle incompatibilità; d) armonizzare la nuova disciplina e quella di settore applicabile ai diversi servizi pubblici locali, individuando le norme applicabili in via generale per l'affidamento di tutti i servizi pubblici locali di rilevanza economica in materia di rifiuti, trasporti, energia elettrica e gas, nonche' in materia di acqua; e) disciplinare, per i settori diversi da quello idrico, fermo restando il limite massimo stabilito dall'ordinamento di ciascun settore per la cessazione degli affidamenti effettuati con procedure diverse dall'evidenza pubblica o da quella di cui al comma 3, la fase transitoria, ai fini del progressivo allineamento delle gestioni in essere alle disposizioni di cui al presente articolo, prevedendo tempi differenziati e che gli affidamenti diretti in essere debbano cessare alla scadenza, con esclusione di ogni proroga o rinnovo; f) prevedere l'applicazione del principio di reciprocità ai fini dell'ammissione alle gare di imprese estere; g) limitare, secondo criteri di proporzionalità, sussidiarietà orizzontale e razionalità economica, i casi di gestione in regime d'esclusiva dei servizi pubblici locali, liberalizzando le altre attività economiche di prestazione di servizi di interesse generale in ambito locale compatibili con le garanzie di universalità ed accessibilità del servizio pubblico locale; h) prevedere nella disciplina degli affidamenti idonee forme di ammortamento degli investimenti e una durata degli affidamenti strettamente proporzionale e mai superiore ai tempi di recupero degli investimenti; i) disciplinare, in ogni caso di subentro, la cessione dei beni, di proprietà del precedente gestore, necessari per la prosecuzione del servizio; l) prevedere adeguati strumenti di tutela non giurisdizionale anche con riguardo agli utenti dei servizi; m) individuare espressamente le norme abrogate ai sensi del presente articolo. 11. L'articolo 113 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e successive modificazioni, e' abrogato nelle parti incompatibili con le disposizioni di cui al presente articolo. 12. Restano salve le procedure di affidamento già avviate alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto

I seguenti utenti ringraziano rock.angel per questo messaggio: arkypita

Franc

2011-06-09 14:13

rock.angel ha scritto:

Beh Franc, prima di parlare sabebbe meglio essere ben documentati.

Un quesito è di carattere generale , uno riguarda in modo più specifico l'acqua.

Si vota per abrogare l'Art. 23-bis del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 (http://www.gazzettaufficiale.biz/atti/2011/20110077/11A04206.htm)

Ecco qui, dal sito della camera, il testo dell'articolo.

FONTE: http://www.camera.it/parlam/leggi/08133l.htm

...

Giusto, meglio dire le cose il più chiaramente possibile: un quesito è di carattere generale e riguarda l'acqua, mentre l'altro quesito è più specifico e riguarda sempre l'acqua.

Meglio anche puntualizzare che il decreto legge è un provvedimento provvisorio che il governo può adottare adducendo motivazioni d'urgenza ed ha una scadenza entro la quale o viene convertito in legge o decade. Il DL che citi tu rock.angel (112/2008), è stato convertito dopo circa un mese in legge, la legge di conversione 133/2008 appunto che ho citato io. Il DL e la legge ad esso coordinata dicono le stesse identiche cose.

Publios Valesios

2011-06-09 16:19

Diciott'anni appena compiuti=grande voglia di andare a votare. E' una bellissima sensazione poter votare e essere cittadini...

rock.angel

2011-06-09 16:35

Franc ha scritto:

Giusto, meglio dire le cose il più chiaramente possibile: un quesito è di carattere generale e riguarda l'acqua, mentre l'altro quesito è più specifico e riguarda sempre l'acqua. Meglio anche puntualizzare che il decreto legge è un provvedimento provvisorio che il governo può adottare adducendo motivazioni d'urgenza ed ha una scadenza entro la quale o viene convertito in legge o decade. Il DL che citi tu rock.angel (112/2008), è stato convertito dopo circa un mese in legge, la legge di conversione 133/2008 appunto che ho citato io. Il DL e la legge ad esso coordinata dicono le stesse identiche cose.

Beh, sì. Nel testo della scheda ci sarà probabilmente scritto l'art. da me citato + tutte le "modifiche" successive. Comunque se io non andavo a documentarmi su internet nessuno mi aveva detto che un voto riguarda una legge più generale! Che puzzoni!

Franc

2011-06-13 21:03

Perfetto, gli abbiamo fatto il quorum.

I seguenti utenti ringraziano Franc per questo messaggio: Chimico