Vi mostro anche la foto del discetto forato (visto da entrambi i lati) da posizionare sul fondo del crogiolo tra i due strati filtranti di amianto. Notare la sua svasatura e la verniciatura su di un solo lato.
Infine, come una ciliegina sulla torta, allego anche un disegno tratto da un Treadwell di esattamente 100 anni fa, mostrante un disegno con indicazione dei due strati di amianto.
I seguenti utenti ringraziano Mario per questo messaggio: quimico, Max Fritz
Max Fritz
2012-07-23 20:05
Interessante discussione, ne approfitto per porre alcune domande.
Innanzitutto, io posseggo questo (con i dovuti ringraziamenti a chi me lo ha ceduto):
E' un Gooch o dovrei chiamarlo semplicemente crogiolo filtrante? O ha un altro nome a se stante?
In secondo luogo volevo chiedere a Mario quali precauzioni adotta per maneggiare l'amianto in quella forma non compattata e come procede per separare il solido da filtrare dallo strato superiore di asbesto, se questi due vengono a contatto come si deduce dall'ultimo disegno.
Dott.MorenoZolghetti
2012-07-23 20:38
E' un crogiolo filtrante in porcellana, con pori di diametro massimo pari a 8 micron.
Mario
2012-07-23 21:04
E' un Gooch o dovrei chiamarlo semplicemente crogiolo filtrante? O ha un altro nome a se stante?
Si può benissimo chiamarlo crogiolo filtrante
In secondo luogo volevo chiedere a Mario quali precauzioni adotta per maneggiare l'amianto in quella forma non compattata e come procede per separare il solido da filtrare dallo strato superiore di asbesto, se questi due vengono a contatto come si deduce dall'ultimo disegno.
La prima cosa da fare è lavorare sotto cappa. L'amianto, prima di venir stratificato sul fondo del crogiolo di Gooch, deve essere spappolato e lavato con acido cloridrico caldo. In questo modo si purifica l'amianto e si ottiene una sospensione omogenea delle fibre in seno al liquido. Segue un lavaggio con acqua e infine si passa a preparare il doppio strato di amianto versando la necessaria quantità di sospensione (senza aspirazione) nel crogiolo. Formato il primo strato (almeno 1 mm di spessore) si posiziona il dischetto e poi ancora altro amianto in sospensione. Si compatta eventualmente con una bacchetta di vetro a fondo piatto (si riesce in tal modo a modificare il grado di filtrazione) e poi si aspira per eliminare il liquido e i successivi lavaggi con acqua distillata.
Si prosegue con i lavaggi finché il filtrato non contenga più alcuna fibra di amianto.
Normalmente il residuo non si recupera. Terminata l'analisi gravimetrica si butta via il tutto (meno il dischetto e il crogiolo). In certi casi, per esempio il recupero del Pt dopo l'incenerimento del cloroplatinato di K, si stacca mediante una pinzetta lo strato superiore di amianto e lo si conserva in un contenitore dedicato. Quando se ne ha un certo quantitativo si tratta il tutto con acqua regia, si filtra e si recupera il metallo prezioso nel filtrato. L'amianto, ormai privo di valore, lo si butta. Era questa una pratica assolutamente normale nei laboratori di parecchi decenni fa. Oggi sarebbe semplicemente improponibile.
Adesso i crogioli di Gooch non vengono praticamente più usati e men che meno l'amianto. Nei rari casi in cui ciò ancora avviene, altri materiali hanno preso il posto dell'amianto e tra questi citiamo le fibre di quarzo.
saluti
Mario
I seguenti utenti ringraziano Mario per questo messaggio: Max Fritz, quimico, comandantediavolo
comandantediavolo
2012-07-24 09:26
Ricordo ancora agli inizi degli anni '90 la scatola in cartone che conteneva la "panetta" di amianto da lavare col cloridrico ....
Se non vado errato era in confezione da 500 gr. , marca "Amiantifera di Balangero-contiene amianto qualità crisotilo ventilato per usi scientifici"
La "panetta" era a sua volta contenuta in una busta di politene nero ad alta densità chiuso con una fascetta grigia.