Libro: I geni e il nostro tempo

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Dott.MorenoZolghetti

2012-01-01 12:19

Nel 1995 veniva dato alle stampe questo singolare libro scritto dal premio Nobel per la medicina (1975) Renato Dulbecco. Come Rita Levi Montalcini, anche Dulbecco si è laureato a Torino (non a caso io ho studiato a Torino!) e come la Montalcini, è emigrato in America per portare avanti le sue ricerche. Io resterò in Italia, non temete!

Ha scritto un altro libro molto bello dal titolo intrigante "Scienza, vita e avventura" che è la sua autobiografia. Recentemente (nel 2005) ha pubblicato "La mappa della vita", ma di questo parlerò poi.

Il testo in foto è una prima edizione, della Sperling e Kupfer, di circa 200 pagine, in cui vi è un approccio quasi ontologico al concetto di gene e di genetica. Una visione futuristica, non tanto divergente dal reale. Dulbecco ci racconta, con semplicità e fascino, cos'è la genetica e come potrà (e così si sta dimostrando essere) rappresentare una via di fuga per molte condizioni umane di sofferenza.

Ammiro molto queste Menti Illustri che, avendo chiaro in testa cosa sia la sofferenza, ne trattano con competenza. Parlo di sofferenza vera, profonda, acutissima, lancinante e alla quale non ci si può sottrarre. Lui che ha sperimentato la cruda vigliaccheria dell'eugenetica (la selezione della "razza pura ariana";-) si affida alla genetica per selezionare (con etica) l'umanità, trainando l'uomo sofferente dalla parte di quello che non soffre. I suoi studi sulle cellule cancerose hanno portato un contributo essenziale alle moderne terapia di cura. L'uomo saggio si distingue dagli altri perchè fa del suo lavoro il suo unico scopo di vita, rifuggendo le luci della ribalta e le ciance da salotto. Dulbecco, come Albert Bruce Sabin, ha conosciuto la miseria del genere umano e ha saputo elevarsi sopra ogni cosa, per il bene del prossimo.

Avverto che il testo è tecnico, quindi occorre interesse vero per la lettura. Non è un romanzo da ragazzini.

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