Mario
2017-05-19 13:43
Certe storie, come quella del ferro negli spinaci, meriterebbero un approfondimento giornalistico, come quelli a cura della Magri.
Gli ingredienti del classico giallo ci sono tutti e il latiitante (di nome ferro) sembra essere inafferrabile e la sua fama crescere a pari passo con le millantate dicerie.
Già l'argomento era stato dibattuto in era pre-internet, ma da quando la condivisione delle notizie è diventata fenomeno di massa, si sono moltiplicate a dismisura le notizie a riguardo, vere alcune, false o distorte la stragrande maggioranza.
Per i più distratti faccio (tento) un breve riassunto, sebbene la storia abbia preso con il trascorrere degli anni pieghe impreviste e incredibilmente complesse.
Sembra che gli spinaci contengano moltissimo ferro e che siano un toccasana per la salute. Non è ancora chiaro chi abbia detto questo. C'è chi dice che per una virgola spostata in sede di trascrizione il contenuto del metallo sia lievitato di un'ordine di grandezza. Oppure che i dati fosseri corretti ma che si riferissero alle foglie secche anzicè fresche. Si tira in ballo pure il Popeye (il nostro Braccio di ferro), che grazie alla prodigiosa verdura gonfiava i muscoli e trionfava sui nemici. Magari c'è pure lo zampino dei produttori, ai quali non sembrava vero cavalcare queste notizie per incrementare i profitti.
Consiglio vivamente di lguardare l'articolo http://www.abc.net.au/science/articles/2011/12/06/3384516.htm#.Ub39IOdM-zm intitolato "Popeye's spinach story rich in irony" (notare il gioco di parole a fine titolo). E' l'unico che valga veramente la pena di leggere.
E' mai possibile, mi chiedo, che nessuno si sia mai preso la briga di verificare per davvero come stanno le cose?
Il che, in soldoni, significa fare un'analisi quantitativa del ferro.
E' quanto mi è venuto in mente la scorsa settimana, complice il raccolto generoso dall'orto.
La maggior parte delle foglie a dire il vero, una volta sbollentate, sono servite a fare il ripieno dei panzerotti. Ma questa è un'altra storia.
Alcune, dopo accurato lavaggio con acqua fredda, le ho destinate all'analisi chimica.
Sono partito da 4,6 g di foglie fresche.
Una volta essiccate in stufa a 110 °C
il loro peso si era ridotto a 0,41 g.
Poi sono state incenerite a 600 °C in muffola.
Il residuo ora è di 80,6 mgr.
L'aggiunta di 1 ml di HCl al 37% ha permesso di portare tutto il ferro in soluzione. Una successiva diluizione a 40 ml in cilindro graduato costituisce la soluzione pronta per l'analisi.
Come metodo ho optato per quello all'acido tioglicolico. Semplice, privo di interferenze e adatto al quantitativo di Fe presente.
Ecco come appariva la soluzione dopo l'aggiunta dei reagenti:
risultato, dopo la lettura fotometrica: 4,1 ppm di ferro.
il che significa 0,164 mgr di ferro presente nelle foglie di partenza. Ovvero, 3,56 mgr in 100 g di foglie fresche.
infine, un grafico a torta per capire con un solo sguardo, le proporzioni in peso nei vari passaggi:
Il ferro non si vede tanto è esiguo il suo contenuto
saluti
Mario
I seguenti utenti ringraziano Mario per questo messaggio: TrevizeGolanCz, Enotria, ChemPride, ohilà, luigi_67, Claudio, quimico, RhOBErThO, ClaudioG., Igor, Beefcotto87, Kokosekko, NaClO, Roberto, fosgene, Adriano, Nico